domenica 14 settembre 2008

Un Giorno Perfetto


Italia

Durata: 1h e 45'
Genere: Drammatico
Regia: Ferzan Ozpetek


Anno: 2008


Trama:


Emma ( Isabella Ferrari ) e Antonio ( Valerio Mastrandrea ), sposati con due figli, Valentina e Kevin, sono separati da qualche tempo.
Antonio vive da solo nella loro vecchia casa, Emma invece si è trasferita dalla madre con i figli.
Poi, una notte, la vicina di Antonio, sentendo degli spari provenire dall'appartamento del vicino, chiama la polizia...

VOTO: Davide 7 - Valentina 8


Recensioni di UN GIORNO PERFERTO a cura di VALENTINA
Ozpetek ci riprova – a stupirmi intendo – e anche questa volta, almeno in parte, ci riesce.
Tanto per cominciare, lo fa con una delle tematiche che affronta, quanto mai attuale: la violenza in famiglia; in secondo luogo, tentando di trasformare in film un libro, Un giorno perfetto appunto, della scrittrice Melania Mazzucco, già vincitrice del Premio Strega nel 2003 con il romanzo Vita.
In anni come questi, in cui la maggior parte della cronaca nera, ormai forse anche un pò per moda, ha per oggetto omicidi consumati all’interno del nucleo familiare, portare sul grande schermo una storia come quella di Un giorno perfetto è un vero atto di coraggio, a mio avviso.
Seduti sulla nostra comoda poltrona non ci troviamo davanti all’atto già avvenuto, come succede quando sfogliamo il quotidiano che ci informa solo su nomi, tutti ovviamente di persone perbene, luoghi, orari; il film racconta, nella storia di Emma e Antonio, come a quell’omicidio è possibile arrivare, le motivazioni che possono spingere un uomo a trasformare una passione in ossessione e a cercare la morte, negli altri e in sé. La morte di ciò che prima lo rendeva felice ma che ora lo tortura: ecco perché la violenza sull’ex-moglie, ecco perché, nel drammatico finale, l’omicidio dei due figli e il suicidio. Ecco come anche un uomo perbene non può sfuggire alle proprie debolezze.
L’arte di Ozpetek sta nel raccontare tutto questo con un pudore ed una delicatezza unici: nella scena della violenza sessuale da parte di Antonio ai danni di Emma, la telecamera non si sofferma sui corpi dei due, quanto sui loro visi, completamente accecato dalla rabbia, dalla violenza e dal dolore quello di un grandioso Valerio Mastandrea, spaventato, arreso, deluso e arrabbiato quello della Ferrari. E un solo gesto, disgustoso, è capace di trasmette allo spettatore tutto lo schifo della violenza: Antonio, come una fiera incattivita sulla propria preda, lecca il sangue di Emma e le sputa in bocca. E poi, dopo la violenza, il silenzio parla da sé: in un’inquadratura che sembra interminabile, completamente insonorizzata, Antonio ed Emma si guardano dritti negli occhi ed in quest’occasione Emma prende coraggio e decide di andare a denunciare il marito, forse perché certa di avere ormai toccato il fondo. Lo stesso Antonio non ha più nulla da dire, probabilmente è solo spaventato da se stesso, ma nello stesso tempo consapevole della sua forza.
E ancora sul finale, lo spettatore vede pochissimo sangue, tutto è solo intendibile: il silenzio che sentono i poliziotti entrando in casa di Antonio, le gambe stese per terra di Valentina, il braccio di Kevin penzoloni dal divano e la sua pallina gommosa con all’interno un pesciolino rosso di plastica, inesorabilmente per terra. Quella stessa pallina che la sera precedente, a cena con il padre e la sorella, Kevin aveva appoggiato sul posto vuoto a tavola a simboleggiare la presenza della sua mamma, quella mamma che ora è rimasta sola.
Un giorno perfetto, in tutte le sue storie, mette in scena personaggi soli, disgraziati e soprattutto infelici, come a dimostrare quanto sia davvero difficile essere totalmente realizzati, al lavoro, in famiglia e in pace con la propria condizione sociale.
Rispetto al romanzo però il risultato non poteva essere lo stesso: Ozpetek è autore del proprio film esattamente come la Mazzucco lo è del proprio romanzo e il regista ha fatto delle scelte che forse solo chi ne ha sentito le motivazioni, come me e Davide, dalla sua stessa bocca, può davvero apprezzare. Nel libro il personaggio dell’insegnante di Valentina è un uomo, gay: Ozpetek ha preferito trasformarla in donna perché voleva evadere da situazioni già ampiamente analizzate in altre sue precedenti opere, ma soprattutto perché era interessato al rapporto tra due donne, l’insegnante – dagli atteggiamenti tra l’altro piuttosto ambigui - ed Emma appunto, entrambe sole e disperate, ma capaci di farsi forza l’un l’altra. Se la madre di …, che nel libro è viva e vegeta ed è stata addirittura la testimone delle seconde nozze dell’ex marito, l’onorevole Fioravanti, qui è morta, è solo perché Ozpetek ha vissuto nella propria vita una situazione similare di famiglia allargata, per lui così normale, e ha voluto percorrere una strada per lui meno scontata.
A conti fatti il mio parere sul film è complessivamente positivo, anche se credo che trasformare in un film di meno di 120 minuti un libro di più di 400 pagine sia pressoché impossibile, vista la quantità di personaggi. Se la loro storia, nel romanzo, viene ampiamente descritta, nel film è quasi esclusivamente funzionale a quella di Emma e Antonio.
Ozpetek inoltre ha dimostrato anche in quest’occasione di avere un ottimo fiuto per la scelta degli interpreti: Mastandrea, tipicamente da ruolo comico nell’immaginario collettivo è qui tremendamente vero (al punto che lo stesso attore ha dichiarato di essersi fatto forza per non entrare del tutto nel proprio personaggio perché troppo spaventato da esso); Isabella Ferrari ha saputo mettere al servizio del film la propria bellezza, ingrassando di 9 chili per il suo ruolo, ruolo che tra l’altro ha fortemente voluto autocandidandosi con un sms al regista; Ozpetek avrebbe voluto Valeria Golino, impegnata però già su un altro set, ma ha trovato in Isabella la SUA Emma. Stefania Sandrelli è splendida nel ruolo della madre svampita di Emma, e le due sono visibilmente legate da una linea, sono l’una l’evoluzione dell’altra. Nicole Grimaudo è fredda e glaciale, anche se non particolarmente espressiva, ma perfetta nel ruolo della giovane moglie infelice e insoddisfatta di un onorevole in decadenza.
Forse in Un giorno perfetto non ritroviamo il solito Ozpetek: famiglie allargate, relazioni sentimentali omosessuali, coralità totale. Ma la nuova strada che ha intrapreso è di tutto rispetto
.

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