domenica 28 settembre 2008

Mamma Mia!


Gran Bretagna - USA



Durata: 1h e 48'
Genere: Musical - Commedia
Regia: Phyllidia Lloyd



Anno: 2008



Trama:


Sophie, prossima alle nozze decide di voler conoscere il padre prima di fare questo passo; cosi, dopo essere stata cresciuta da una madre che ha fatto dell'indipendenza il suo credo di vita, decide di invitare di nascosto, nell'albergo dove alloggiano, i tre uomini più importanti della vita della madre...cosi nel giro di 24 ore una serie di sorprese e momenti magici faranno si che i protagonisti vivranno nuovi amori e riscopriranno vecchi sentimenti...


VOTO: Valentina 7.5


Recensione di MAMMA MIA! a cura di Valentina

sabato 27 settembre 2008

Demolition Man

USA



Durata: 1h e 54'
Genere: Fantascienza
Regia: Marco Brambilla


Anno: 1993



Trama:

Los Angeles, 1996 - Il poliziotto John Spartan ( Sylvester Stallone ) - chiamato " Demolition Man " - nel tentativo di catturare Simon Phoniex ( Wesley Snipes ), uccide involontariamente trenta civili presi in ostaggio dal criminale.
Entrambi, vengono arrestati e condannati a scontare settanta anni di ibernazione.
Ma nel 2032 il mondo è sotto la dittatura di Cocteau e, per eliminare i ribelli - chiamati Scraps - nostalgici del XX secolo, fa scongelare Phoniex.
Errore!Perchè Simon Phoniex ci mette poco a rigettare la città di San Angeles nel caos...e solo uno può fermarlo...Demolition Man...


VOTO: Davide 6.5


Recensione DEMOLITION MAN a cura di Davide

La mia votazione sufficiente è più un voto nostalgico che per l’effettiva validità del film, questa pellicola del ’93 non sò per quale motivo è stato per molti anni, in adolescenza, uno dei miei film preferiti; c’era qualcosa che mi attraeva nel ruolo del psicopatico Simon Phoniex ( Wesley Snipes ) antagonista di John Spartan ( Sylvester Stallone ).
Non mi perdevo una programmazione in televisione ai tempi e anni dopo l’ultima visione sul piccolo schermo ho deciso di rivederlo e con il sennò di poi….posso dire che non è poi un gran film. Erano anni d’oro i primi del ‘90 per Stallone e CO. tanto che si potevano permettere quasi qualsiasi copione.
Anni d’oro anche per Schwarzenegger, menzionato in una battuta nel film da Stallone, che anni dopo l’ibernazione se lo ritrova Presidente degli Stati Uniti con tanto di biblioteca presidenziale a lui dedicata. ( Stallone ha dedicato questo simpatico pensiero all’amico Arnold per le sue ambizioni politiche. Battuta poi rivelatasi profetica visto che è diventato governatore della California. )
Prima pellicola Hollywoodiana per il regista di casa nostra, Marco Brambilla che successivamente a Demolition Man non è che ci abbia regalato altre “ perle ” cinematografiche che ce lo facciano ricordare con piacere, per l’esattezza solo altri due film “ Una Ragazza Sfrenata ” nel ’97 e “ Dinotopia ” nel 2002.
Nel cast anche una bella e giovane Sandra Bullock, che s’impegna in una simpatica scena di sesso virtuale con il macho Stallone, simpatico siparietto a ravvivare un parte del film parecchio noiosa.
Un film da ricordare più per le gesta atletiche dei nostri eroi che per la suspance dell’azione di cui il film è quasi privo. Ormai, un REPERTO STORICO!...SUPERATO

mercoledì 24 settembre 2008

Hancock

USA







Durata: 1h e 32'
Genere: Commedia
Regia: Peter Berg





Anno: 2008




Trama:



John Hancock ( Will Smith ) è un supereroe con superproblemi, che passa la sua vita tra alcol, galera e totale impopolarità. Ma un bel giorno salva la vita a Ray Embry ( Jason Bateman ), "mago " delle pubbliche relazioni che prenderà a cuore la sua causa e dedicherà anima e corpo per farlo diventare un vero e proprio supereroe.....ma i problemi non finisco mai....


VOTO: Davide 6 - Valentina 5/6


Recensione di HANCOCK a cura di Davide



John Hancock come il primo firmatario della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti. John Hancock come il supereroe alcolizzato, sboccato, vendicativo, clochard e disprezzato dai suoi stessi concittadini diretto per il grande schermo da Peter Berg.
Questo è quello che esce dalla mente di Berg, un paladino della giustizia con superproblemi anomalo nelle sue vesti ( aderenti ) da salvatore della patria.
Hancock ha la particolarità di essere il primo supereroe che non si esprime tramite Baloons e che le sue gesta non siano rappresentate in strisce a colori come i classici comics stile Marvel.
John Hancock ha l’onore di essere il primo eroe nato direttamente per il grande schermo, e chi se non Will Smith, uno degli attori più in voga di Hollywood poteva interpretarlo.
Cosi dopo il successo ottenuto con “ Io sono Leggenda” ce lo ritroviamo come eroe disadattato di Los Angeles.

L’ordine di sviluppo della trama è molto classico, comune a quasi a tutti i fumetti: un uomo sopra le parti a distinguersi dai comuni mortali, con dei superpoteri che più che un dono divino sono fonte di problemi e frustrazioni.
Il film per quasi più di metà regge, è bello e divertente, le battute e le situazioni sono esilaranti ( vedi Hancock in carcere e Hancock che si complimenta di continuo con le forze dell’ordine) una comicità che solo Smith ci può regalare. Poi improvvisamente si cambia senso di marcia, si volta pagina e sembra si cambi pure film, si scoprono amori passati e supereroine ( Charlize Theron ) cosi tutto il fracasso e il divertimento lascia spazio ad un mieloso e noioso finale (super)romantico.
Berg ci prova ad essere innovativo e a lasciare il segno nella storia del cinema action-comics dando un taglio alle classiche trasposizioni fumetto - grande schermo, cercando di distaccarsi dai cine-comics che nell’ultimo periodo tra belle e brutte visioni hanno invaso le sale dei nostri cinema……ma purtroppo difficilmente ci ricorderemo di lui per Hancock. SUPER-FALLIMENTO!

Parigi


Francia


Durata: 2h e 10'
Genere: Drammatico
Regia: Cedric Klapisch


Anno: 2008


Trama:

Pierre ( Romain Duris ) è un ballerino professionista. Quando scopre di essere gravemente malato di cuore, è costretto a lasciare le scene. In attesa di un trapianto la sua vita cambierà radicalmente...


VOTO: Valentina 6


Recensione di PARIGI a cura di VALENTINA

lunedì 22 settembre 2008

Tutta la Vita Davanti

Italia



Durata: 1h e 57'
Genere: Commedia
Regia: Paolo Virzi'



Anno: 2008



Trama:


Marta ( Isabella Regonesi ) da poco laureata in Filosofia si cimenta da subito nella ricerca di un posto di lavoro, ma dopo tanti " Le Faremo Sapere" e attraverso svariate vicissitudini si ritrova a lavorare nel Call-Center della Multiple - azienda che commercializza depuratori d'acqua-.
Cosi facendo Marta si ritroverà fagocitata nel mondo surreale della Multiple e del precariato.


VOTO: Davide 6.5 - Valentina 7-


Recensione TUTTA LA VITA DAVANTI a cura di Davide

La pellicola “TUTTA LA VITA DAVANTI” vincitrice del Nastro d’Argento 2008 come miglior film e della Ciliegia d’Oro al Festival Cinematografico della Cerase è una tragicommedia del regista Paolo Virzi’ che si è liberamente ispirato al libro di Michela MurgiaIl Mondo Deve Sapere” .
Nella sua pellicola, Virzi’ tratta le ansie, le paure, le preoccupazioni dell’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani, dove sindacati “ solo parole e pochi fatti" e datori di lavoro senza scrupoli sono all’ordine del giorno.

La tematica calda del precariato in Italia è stata trattata da Virzi’ con abilità, senza mai cadere nel banale dell’analisi analitica del problema e riuscendo in chiave agrodolce, quasi grottescamente, a non risultare mai scontato e senza cadere in troppa compassione verso il “giovane precario”.
Virzi’ ci rappresenta un mondo non troppo lontano dalla realtà, dove sms la mattina da parte dei datori di lavori e coreografie da villaggio turistico sono divenuti strumenti aziendali motivazionali. Alla Multiple come nella realtà si passa dalla consegna di premi per i migliori ad eliminazioni e umiliazioni pubbliche per chi non è in grado di mantenere livelli di produttività alti, tutto come in una sorta di Grande Reality Show Aziendale.

Ma questo vortice che risucchia i giovani d’oggi, giustamente come viene ripreso dal film di Virzi’, non risparmia neanche i datori di lavoro.
Nel nostro caso, Claudio e Daniela (Massimo Ghini e Sabrina Ferilli) sono cosi tanto preoccupati del loro futuro e ossessionati da un passato che ritorna sempre alla memoria che vengono trascinati in una folle disperazione.

Come Paolo Virzi’ è riuscito a scovare Corrado Fortuna in My Name is Tanino, in Tutta la Vita Davanti ha il merito di aver lanciato la giovane e talentuosa Isabella Ragonesi. Bisogna dire che è un ottimo Talent-Scout, riesce sempre a trovare facce nuove e di talento che si addicono benissimo alla parte.
A completare il cast di Tutta la Vita Davanti attori di autentico valore come E.Germano e V.Mastrandrea.

Nel dettaglio il cast:

Valerio Mastrandrea fa la parte del sindacalista solo ideali, Giorgio Conforti; presente anche Micaela Ramazzotti, nella parte struggente della madre assente e superficiale, Sonia; un ottimo e intenso Elio Germano nella fantastica interpretazione di Lucio 2; Sabrina Ferilli alias Daniela, che ci degna di una buona prova di maturità ( finalmente ) abbandonando per una volta l’incasso facile dei cine-panettoni e infine la buona prova di Isabella Ragonesi, debuttante dal viso acqua e sapone nella parte di Marta la classica ragazza della porta accanto, laureata e sognatrice.
E come lei sogno anche io un mondo spensierato dove tutti la mattina mentre vanno al lavoro sono felici e ballano tutti insieme in una grande coreografia le canzoni dei Beach Boys…Sarebbe tutto più bello.
In conclusione possiamo iniziare a pensare che il cinema Italiano stia mutando e pian piano tornando quello di valore che tanto ci hanno invidiato al di fuori del confine negl’anni passati ritornando a vantarci degl' ottimi attori di Casa Nostra.

venerdì 19 settembre 2008

300



USA

Durata: 1h e 56'
Genere: Fanta-Storico
Regia: Zack Snyder


Anno: 2006


Trama:


Re Leonida ( Gerard Butler ) per la libertà del suo popolo e di Sparta decide di non sottomettersi a Serse ( Rodrigo Santoro ) - Dio-Re Persiano - alla conquista del Mondo e della Grecia.
Cosi, Re Leonida e 300 valorosi Spartani partono per le Termopili per sfidare l'imponente armata Persiana.


VOTO: Davide 8.5


Recensione 300 a cura di DAVIDE




Frank Miller, dopo la perla cinematografica “ Sin City “ del 2005 in collaborazione con il regista Robert Rodriguez, con cui ha rivoluzionato in modo geniale la trasposizione sul grande schermo delle tavole a fumetti, ci delizia la vista con un altro capolavoro, “300”, questa volta in coppia con Zack Snyder.
300 è un epic – fantasy tratto sempre dalle straordinarie tavole del fumettista, dove la storia è basata sulla battaglia delle Termopili del 480 A.C in cui Re Leonida e 300 valorosi spartani, per tre giorni riuscirono a tener testa all’esercito persiano del Re Serse.
L’ispirazione di Miller nacque da piccolo, quando nel 1962 vide “ The 300 Spartans ” e ne fu subito affascinato, innamorandosi dei valori di quel popolo.
Questa è l’epica vicenda tratta dai libri di storia ora filtriamola e rielaboriamola attraverso la sua mente geniale , il risultato è 300; costumi sgarganti, animali fantastici e violenza estrema.
Il suo intento non è stato fare un film sulla rappresentazione della storia ma sulla voglia di trasmettere un ideale. L’idea di come pochi riuscirono a tenere testa a molti, ad un armata pazzesca dove la proporzione era uno spartano contro centomila persiani, per tre lunghi giorni, tutto con la sola forza di volontà e dell’orgoglio e il senso di appartenenza ad un territorio che solo con la morte avrebbero ceduto ad altri.
Effetti speciali straordinari, scene di battaglia rese incredibili da scontri mozzafiato, con una voce narrante che non ti fa distogliere l’attenzione da ciò che ci accade davanti facendoci rimanere incollati alla poltrona per tutti i 120 minuti.
Un Gerard Butler superlativo nella parte del leggendario Leonida, forse il suo personaggio eccede troppo in retorica e filosofia con le sue battute, ma tutto ciò è irrilevante ai fine dello spettacolo lasciando spazio all’esaltazione dei sensi tra orge di mutilazioni e sangue.
Forse hanno esagerato nel rendere troppo effeminato il Dio-Re Serse al secolo Rodrigo Santoro un gigante di due metri tutto orecchini e atteggiamenti omossessuali.
Nel complesso un gran bel film, entrato di diritto nella classifica dei miei film preferiti, è una spanna sopra le altre pellicole tratte da fumetti per il suo modo innovativo e visionario fino ad oggi a noi spettatori sconosciuto di rappresentare le graphic novel, e fremo dalla voglia di vedere “ The Watchman” di Snyder tratto dalle tavole di Alan Moore ( V for Vendetta ) a detta di alcuni il miglior fumetto della storia e a dicembre 2008 Frank Miller direttamente dietro la macchina da presa in “ The Spirit ”.

Si prospettano grandi cose da entrambi….BUONA VISIONE!


domenica 14 settembre 2008

Un Giorno Perfetto


Italia

Durata: 1h e 45'
Genere: Drammatico
Regia: Ferzan Ozpetek


Anno: 2008


Trama:


Emma ( Isabella Ferrari ) e Antonio ( Valerio Mastrandrea ), sposati con due figli, Valentina e Kevin, sono separati da qualche tempo.
Antonio vive da solo nella loro vecchia casa, Emma invece si è trasferita dalla madre con i figli.
Poi, una notte, la vicina di Antonio, sentendo degli spari provenire dall'appartamento del vicino, chiama la polizia...

VOTO: Davide 7 - Valentina 8


Recensioni di UN GIORNO PERFERTO a cura di VALENTINA
Ozpetek ci riprova – a stupirmi intendo – e anche questa volta, almeno in parte, ci riesce.
Tanto per cominciare, lo fa con una delle tematiche che affronta, quanto mai attuale: la violenza in famiglia; in secondo luogo, tentando di trasformare in film un libro, Un giorno perfetto appunto, della scrittrice Melania Mazzucco, già vincitrice del Premio Strega nel 2003 con il romanzo Vita.
In anni come questi, in cui la maggior parte della cronaca nera, ormai forse anche un pò per moda, ha per oggetto omicidi consumati all’interno del nucleo familiare, portare sul grande schermo una storia come quella di Un giorno perfetto è un vero atto di coraggio, a mio avviso.
Seduti sulla nostra comoda poltrona non ci troviamo davanti all’atto già avvenuto, come succede quando sfogliamo il quotidiano che ci informa solo su nomi, tutti ovviamente di persone perbene, luoghi, orari; il film racconta, nella storia di Emma e Antonio, come a quell’omicidio è possibile arrivare, le motivazioni che possono spingere un uomo a trasformare una passione in ossessione e a cercare la morte, negli altri e in sé. La morte di ciò che prima lo rendeva felice ma che ora lo tortura: ecco perché la violenza sull’ex-moglie, ecco perché, nel drammatico finale, l’omicidio dei due figli e il suicidio. Ecco come anche un uomo perbene non può sfuggire alle proprie debolezze.
L’arte di Ozpetek sta nel raccontare tutto questo con un pudore ed una delicatezza unici: nella scena della violenza sessuale da parte di Antonio ai danni di Emma, la telecamera non si sofferma sui corpi dei due, quanto sui loro visi, completamente accecato dalla rabbia, dalla violenza e dal dolore quello di un grandioso Valerio Mastandrea, spaventato, arreso, deluso e arrabbiato quello della Ferrari. E un solo gesto, disgustoso, è capace di trasmette allo spettatore tutto lo schifo della violenza: Antonio, come una fiera incattivita sulla propria preda, lecca il sangue di Emma e le sputa in bocca. E poi, dopo la violenza, il silenzio parla da sé: in un’inquadratura che sembra interminabile, completamente insonorizzata, Antonio ed Emma si guardano dritti negli occhi ed in quest’occasione Emma prende coraggio e decide di andare a denunciare il marito, forse perché certa di avere ormai toccato il fondo. Lo stesso Antonio non ha più nulla da dire, probabilmente è solo spaventato da se stesso, ma nello stesso tempo consapevole della sua forza.
E ancora sul finale, lo spettatore vede pochissimo sangue, tutto è solo intendibile: il silenzio che sentono i poliziotti entrando in casa di Antonio, le gambe stese per terra di Valentina, il braccio di Kevin penzoloni dal divano e la sua pallina gommosa con all’interno un pesciolino rosso di plastica, inesorabilmente per terra. Quella stessa pallina che la sera precedente, a cena con il padre e la sorella, Kevin aveva appoggiato sul posto vuoto a tavola a simboleggiare la presenza della sua mamma, quella mamma che ora è rimasta sola.
Un giorno perfetto, in tutte le sue storie, mette in scena personaggi soli, disgraziati e soprattutto infelici, come a dimostrare quanto sia davvero difficile essere totalmente realizzati, al lavoro, in famiglia e in pace con la propria condizione sociale.
Rispetto al romanzo però il risultato non poteva essere lo stesso: Ozpetek è autore del proprio film esattamente come la Mazzucco lo è del proprio romanzo e il regista ha fatto delle scelte che forse solo chi ne ha sentito le motivazioni, come me e Davide, dalla sua stessa bocca, può davvero apprezzare. Nel libro il personaggio dell’insegnante di Valentina è un uomo, gay: Ozpetek ha preferito trasformarla in donna perché voleva evadere da situazioni già ampiamente analizzate in altre sue precedenti opere, ma soprattutto perché era interessato al rapporto tra due donne, l’insegnante – dagli atteggiamenti tra l’altro piuttosto ambigui - ed Emma appunto, entrambe sole e disperate, ma capaci di farsi forza l’un l’altra. Se la madre di …, che nel libro è viva e vegeta ed è stata addirittura la testimone delle seconde nozze dell’ex marito, l’onorevole Fioravanti, qui è morta, è solo perché Ozpetek ha vissuto nella propria vita una situazione similare di famiglia allargata, per lui così normale, e ha voluto percorrere una strada per lui meno scontata.
A conti fatti il mio parere sul film è complessivamente positivo, anche se credo che trasformare in un film di meno di 120 minuti un libro di più di 400 pagine sia pressoché impossibile, vista la quantità di personaggi. Se la loro storia, nel romanzo, viene ampiamente descritta, nel film è quasi esclusivamente funzionale a quella di Emma e Antonio.
Ozpetek inoltre ha dimostrato anche in quest’occasione di avere un ottimo fiuto per la scelta degli interpreti: Mastandrea, tipicamente da ruolo comico nell’immaginario collettivo è qui tremendamente vero (al punto che lo stesso attore ha dichiarato di essersi fatto forza per non entrare del tutto nel proprio personaggio perché troppo spaventato da esso); Isabella Ferrari ha saputo mettere al servizio del film la propria bellezza, ingrassando di 9 chili per il suo ruolo, ruolo che tra l’altro ha fortemente voluto autocandidandosi con un sms al regista; Ozpetek avrebbe voluto Valeria Golino, impegnata però già su un altro set, ma ha trovato in Isabella la SUA Emma. Stefania Sandrelli è splendida nel ruolo della madre svampita di Emma, e le due sono visibilmente legate da una linea, sono l’una l’evoluzione dell’altra. Nicole Grimaudo è fredda e glaciale, anche se non particolarmente espressiva, ma perfetta nel ruolo della giovane moglie infelice e insoddisfatta di un onorevole in decadenza.
Forse in Un giorno perfetto non ritroviamo il solito Ozpetek: famiglie allargate, relazioni sentimentali omosessuali, coralità totale. Ma la nuova strada che ha intrapreso è di tutto rispetto
.

lunedì 8 settembre 2008

La Promessa dell'Assassino



Canada - USA - Gran Bretagna


Durata: 1h e 36'
Genere: Thriller
Regia: David Cronemberg


Anno: 2007


V.M 14 anni



Trama:

Anna Kitrova ( Naomi Watts ) lavora presso l'ospedale di Londra nel reparto maternità. Una sera viene ricoverata con urgenza una ragazza dell'est europa, che successivamente morirà di parto. Anna troverà negli effetti della ragazza un diario,lo leggerà con l'intento di trovare la provenienza della ragazza, ma scoprirà dettagli scomodi sulla gang mafiosa Vory V Zakone, che fa capo a Seymon ( Armin Mueller-Stahl ) , russo proprietario di un lussuoso ristorante in centro a Londra.
Nikolai Luzhin ( Viggo Mortensen ) è l'autista di questa potente famiglia.
Un giorno Anna, in cerca di far luce su questa losca storia, incontrerà Nikolai a cui racconterà tutti i fatti...ora Nikolai si troverà a decidere se aiutare lei o fare gl'interessi della Vory V Zakone...


VOTO: Davide 7.5 - Valentina 7


Recensione de LA PROMESSA DELL'ASSASSINO a cura di Davide



Questo è il primo film di Cronemberg che vedo, su sponsorizzazione di amici. Consigliandomi come ottima opera del regista anche A HYSTORY OF VIOLENCE.
L’occasione di vedere questo mi fu data quest’ inverno grazie alla rassegna dell’Apollo –RIVEDIAMOLI - al modico prezzo di 2,50 € e ringrazio…
Bando alla retorica, parliamo di questo film, de “ La Promessa dell’Assassino”; sono rimasto folgorato da questa pellicola, un Noir-Thriller di altissimo livello, ambientato nella più classica Londra; piovosa, umida, scura e apatica.
Un cocktail esplosivo d’ emozioni dove la fanno da padrona: prostituzione, mafia russa, criminalità e un diario segreto.
Questi elementi conditi con scelte registiche stilisticamente impeccabili e un cast ottimo lo rendono uno dei migliori film del 2007.
Una buona Naomi Watts, Anna, donna impulsiva e di sani principi, un ottimo Vincent Cassel, Kiril, figlio del boss, dove onore e amicizia valgono più di ogni cosa per non sfigurare davanti agl’occhi del padre, ed un eccezionale e tatuato Viggo Mortensen nelle vesti di Nikolai, autista e guardia del corpo di Kiril ( sono impazzito per la parte di Mortensen in questo film ).
A proposito di tatuaggi, in questo film sono una cosa fondamentale in quanto nel mondo criminale soprattutto russo rappresentano la carta d’identità di ciascun individuo. E’ tutto marchiato sulla pelle; dalle esperienze di vita al carcere, passando per le proprie credenze religiose e politiche. Tutti sono tatuati dal semplice sicario arrivando fino al boss, ognuno ha marchiato sulla pelle chi è.
A questo proposito è stupenda la scena dell’iniziazione e della “marchiatura” di Nikolai, dove giura fedeltà alla VORY V ZAKONE davanti ai più alti esponenti della malavita russa, ed è una scena da cult, anche, la lotta tra due sicari russi e Mortensen nel bagno turno. Mortensen & CO. tra sangue e violenza ci consegnano questa sequenza, che noi riponiamo direttamente nella storia del cinema pulp.
Una curiosità riguardo ai tatuaggi di Nikolai: sono ben 43 tatuaggi e sono tutti presi realmente della malavita russa. Mortensen si è documentato per mesi a riguardo, ed è stato quattro ore al make-up per la realizzazione.
Un noir tosto e di spessore, assolutamente consigliato, ottimamente recitato e doppiato in modo superlativo…..
“La Promessa dell’Assassino” un film dove l’apparenza inganna, nel vero senso della parola….


sabato 6 settembre 2008

Kung Fu Panda



USA

Durata: 1h e 32'
Genere: Animazione
Regia: John Stevenson - Mark Osborne

Anno: 2008


Trama:

Il sogno di Po è diventare un maestro di Kung Fu, e il suo momento sembra arrivato quando la Valle della Pace è minacciata dal temibile e famigerato Tai Lung.
Po verrà nominato casualmente Guerriero Dragone ma il suo maestro Schifu vedendo le sue "forme" non tanto agili e scattanti farà di tutto per fargli cambiare idea.
Ma Po è "tosto" e in "tostaggine" non ha eguali...

VOTO: DAVIDE 8 - VALENTINA 8

Recensione di KUNG FU PANDA a cura di Davide


Finalmente è arrivata nelle sale l’ultima fatica della DreamWorks e dopo i capolavori animati Shrek e Madagascar il “ Panda-Monio” può iniziare.
L’attesa era tanta, la pubblicità, i cartonati e i trailer di questo cartoon-movie si vedevano nella sale già dalla stagione invernale scorsa…e alla fine è arrivato!!!
Scalando tutte le classifiche ai botteghini e portando nelle casse della DreamWorks milioni di euro, Kung Fu Panda riporta al cinema le famiglie e non solo, perché questa pellicola è stata ideata non solo per i bambini ma anche per gli adulti, strada che negl’ultimi anni era già stata intrapresa per altre pellicole.
Po è un grosso e goffo giovane panda, il cui padre, un volatile ?!?!? gestisce un ristorante in paese la cui specialità sono i Noodles cucinati secondo un antica ricetta segreta.
Ma Po ha ben altro per la testa lui vuole diventare un maestro di Kung Fu, e un giorno, casualmente verrà scelto dal Maestro Ooway, saggia tartaruga, come Guerriero Dragone e dovrà difendere insieme ai Furios Five ( mitici guerrieri Kung Fu ) la Valle della Pace dalla cattiveria travolgente e dalla sete di vendetta di Tai Lung.
La prima sequenza bidimensionale che ci introduce nei pensieri e nei sogni di Po, è coinvolgente e ricca di comicità, ricorda le vecchie pellicole orientali sul Kung Fu ( scene rallenty, cambi immagini repentini ).
Mi fa venire in mente il capolavoro di TarantinoKill Bill – dove il regista riprende la stessa tecnica per il suo film.
Anche il maestro Shifu ricorda il Pai Mei di Kill Bill, ma con la saggezza del Maestro Yoda di Star Wars. DAVVERO UN BEL MIX!
La simpatia travolgente di Po è la voce di Fabio Volo, a me non particolarmente gradito come personaggio ma devo dire che ci sta a pennello e la sua prova di doppiaggio è totalmente valida.
Un film dalla morale esplicitamente chiara, ogni bimbo o adulto si può identificare nel nostro Po, e sentirsi inadeguato al sogno che rincorre dentro sé, ma dalle nostre imperfezioni e inadeguatezze possiamo tirare fuori una forza a noi sconosciuta per far venire fuori i nostri innumerevoli pregi, e non c’è ricetta segreta o mistici segreti Kung Fu ma solo noi stessi.

Il passato è storia, il futuro è mistero, ma oggi è un dono. E’ per questo che si chiama presente


Non potevo riportare il dialogo iniziale :


Voce narrante: La leggenda narra di un guerriero leggendario la cui abilità nel Kung Fu è materia di leggenda. Viaggiava per il paese in cerca di degni antagonisti...

Un bue guerriero [rivolto a Po]: Vedo che ti piace mordere... Forse dovresti mordere la polvere!

Voce narrante: Il guerriero non disse nulla... Aveva la bocca piena. Poi inghiottì... e poi parlò.

Po: Basta parlare, combattiamo!

Voce narrante: Era così micidiale che i suoi nemici venivano accecati dall’abbaglio di tanta miticità!

Gatto: I miei occhi!

Coccodrillo: Troppo mitico!

Coniglietta: E attraente!

Coniglio: Come possiamo ripagarti?

Po: Non c'è prezzo per la miticità... neppure per l’attraenza.

Voce narrante: Per quanti nemici affrontasse nessuno lo eguagliava in tostaggine. Mai prima di allora c’era stato un panda tanto temuto e tanto amato. Persino i più eroici eroi di tutta la Cina, i 5 cicloni si inchinavano davanti a questo grande maestro.

Scimmia: Spaparanziamoci...

Po: Concordo.

Voce narrante: Ma lo spaparanzo doveva attendere, perchè quando affronti diecimila demoni del Monte Demone, c’è una sola cosa che conta ossia...


Jarhead



USA


Durata: 2h e 02'
Genere: Drammatico
Regia: Sam Mendes

Anno: 2005


V.M 14 anni



Trama:

Anthony Swofford ( Jake Gyllenhaal ) si arruola nell'esercito dei Marines seguendo cosi le orme del padre e prima ancora del nonno. Successivamente verrà chiamato a partecipare alla Guerra del Golfo nella missione Desert Storm, come tiratore scelto. I giorni nel deserto passano, e di iracheni neanche l'ombra all'orizzonte.
Dopo settimane, tra dimostrazioni ed esercitazioni " Swoff " sarà chiamato ad andare in esplorazione nel deserto iracheno...forse ora la sua guerra inizierà...

VOTO: DAVIDE 7 - VALENTINA 7

Recensione di JARHEAD a cura di DAVIDE

Buon film, ottimo cast, ambientazioni reali e coinvolgenti, le premesse sono delle migliori per questa pellicola tratta dal romanzo autobiografico di Anthony Swofford, interpretato da Jake Gyllenhall ( Donnie Darko ).
Per iniziare una nota tecnica, la spiegazione del titolo: “Jarhead”, tradotto, significa “ Testa di Barattolo ”, ed è usato nel linguaggio dei Marines per sottolineare il fatto che il Marine non pensa con la sua testa ma esegue solo ordini impartiti, la sua testa quindi è solo un contenitore.
Mendes torna alla regia qualche anno dopo “ Era mio Padre” e con Jarhead tenta di spodestare dall’ideale collettivo Apocalypse Now, ma perde nettamente la sfida.
Eccede in lunghezza - troppe le due ore proposte e l’argomentazione risulta troppo prolissa, e c’è il rischio di annoiarsi. Ma il vero valore del film è quello socio-politico, non ai livelli di Moore con i suoi documentari, ma comunque molto efficace; fa capire con scene grottesche che, come tutte le guerre, anche questa è una guerra politica, solo per il Dio Petrolio, e poi sottolinea il terrorismo psicologico fatto a questi ragazzi cercando di esaltarli per procurare a loro odio verso il nemico, nemico che non vedranno mai perché è una battaglia veloce, troppo veloce per loro, si combatte dal cielo e dalle scrivanie dei potenti.
Il regista calca la mano nel descrivere i Marines come un gruppo di maniaci, folli e sadici e pare far figurare l’esercito americano come un gruppo di squilibrati, rissosi e “arrapati”.
Jarhead è un film pieno di un sacco di idee buone, ma un po’ scarno di dialoghi “profondi” su cui far riflettere, con una colonna sonora notevole che rivanga classici del passato. Come nella bellissima sequenza dell’arrivo in caserma delle reclute sulle note di “ Don’t worry be Happy” - sembrano quasi far oscillare la testa a tempo di musica- .
Altre scena degne di nota a mio parare sono: il cavallo zuppo di petrolio; loro che vagano senza meta nel deserto e la sequenza iniziale con il sergente “incazzato” che rievoca in tutti noi le immagini del capolavoro di Kubrick, Full Metal Jacket.

Peter Sarsgaard, è Troy, marine duro, tosto, apparentemente invulnerabile e insensibile alla guerra, ma che nasconde dentro sé un segreto, Jamie Foxx è il Sergente Sykes che ama le zone di guerra più della sua famiglia e infine a completare il cast Chris Cooper che interpreta fugacemente il Sergente Colonnello Kaninski.
In conclusione, da Jarhead non ci si può aspettare un film di guerra stile classico come gl’altri, ma bensi una narrazione del conflitto che prende piede nella psiche dei Marines ed è una guerra che purtroppo non si riesce a vincere! perché loro anche tornando a casa, dalle loro famiglie, mogli e fidanzate, sono ancora là, nell’arido deserto iracheno a combattere la loro guerra…