mercoledì 30 luglio 2008

Le Conseguenze dell'Amore

Italia

Durata: 1h e 40'
Genere: Drammatico
Regia: Paolo Sorrentino

Anno: 2004

Trama:

Titta di Girolamo ( Toni Servillo ) uomo sulla cinquantina apparentemente facoltoso vive da otto anni in una stanza d'albergo in un anonima cittadina del Canton Ticino, e come ogni uomo anche lui nasconde un segreto.
Tale segreto riaffiorirà pari passo con l'amore di Titta per la barista del hotel.



Voto : Valentina 9

Recensione a cura di Valentina

Se vi siete mai chiesti se cinema e teatro possono convivere in un'unica opera d’arte, troverete in questo film la vostra risposta. Trama lenta, ma profonda, battute quasi recitate, ma capaci di commuovere come i lunghi silenzi; inquadrature sempre fuori dal comune, accompagnate solo dalla musica, ed altre che sembrano vere e proprie fotografie.
Presentato in concorso al 57° Festival di Cannes, l’opera seconda di Paolo Sorrentino, che l’ha diretto nel 2004, ha vinto nel 2005 5 David di Donatello (miglior film, miglior regista, migliore sceneggiatura, migliore attore protagonista – Toni Servillo, miglior direttore della fotografia – Luca Bigazzi) e 3 Nastri d’Argento (miglior attore protagonista, migliore attore non protagonista – Raffaele Pisu, miglior fotografia).
Il film ha come punto di forza il magistrale Toni Servillo, in un’altra delle sue interpretazioni più convincenti: apparentemente uomo freddo e cinico, sicuro e spietato, dipendente una volta alla settimana dalla sua dose di eroina, eppure apparentemente padrone di se stesso, il suo Titta di Girolamo nel corso del film lascia trasparire sfumature ben diverse, che portano lo spettatore a provare compassione per lui.
Non è da sottovalutare neppure il modo in cui Paolo Sorrentino riesce a parlare di mafia, forse perché in realtà non lo fa esplicitamente. Solo poco per volta lo spettatore riesce a capire per quale motivo Titta abiti in un albergo, per quale motivo sia così solo e perché solo dopo determinate telefonate sembri trasformarsi in un impeccabile portaborse, che fa la spola dal suo albergo alla banca con valigette contenenti milioni di Euro. Siamo lontani da faide tra famiglie, da continue sparatorie, da droga e pizzo, tutte immagini mafiose certamente realistiche ma, se vogliamo, a volte semplicistiche; siamo invece di fronte ad una vittima che alla mafia ha sacrificato l’intera esistenza, rinunciando alla propria famiglia, al proprio lavoro, alla propria vita, diventando una marionetta nelle mani del Sistema, seppure in incognito.
Ma la mafia non è la protagonista di questa storia, è solo uno sfondo; i riflettori sono piuttosto puntati sui personaggi, così veri e attuali: i due anziani ricchi decaduti, incapaci di adattarsi alle nuove condizioni che la vita impone loro e rifugiati in un albergo di alta classe, che probabilmente non possono permettersi, dove abitualmente tentano la fortuna organizzando sfide a poker con lo stesso Titta e altri ospiti; la dolce cameriera Sofia, giovane, pura ma sfrontata nel sottile gioco seduttivo che ogni giorno mette in pratica nei confronti di Titta, tanto che per lui “Forse sedersi sul bancone - per rivolgerle finalmente parola - è la cosa più pericolosa che abbia fatto in tutta la sua vita”. E poi Titta: per ¾ del film sembra svolgere azioni precalcolate con una precisione innaturale; è attratto da Sofia, ma si ripromette di “Non sottovalutare le conseguenze dell’amore” fino a quando il sentimento che prova per lei sembra ridargli la voglia di riprendere in mano le redini della sua vita. Da questo momento ha inizio il riscatto di Titta: sottrae del denaro alla mafia per poterle regalare una macchina ed altro per donarlo ai due anziani decaduti, affinché vivano quella vecchiaia che avevano sempre desiderato; si rifiuta di svolgere per la Mafia altro lavoro per poter scappare con la sua Sofia lontano dal freddo albergo che l’ha ospitato per 8 lunghi anni, e quando viene rapito dai boss e costretto a confessare dove si trovi quel denaro, sceglie il silenzio. Un silenzio che gli costerà la vita ma che lo renderà finalmente libero da ogni peccato commesso e da ogni vincolo. E che lo riscatterà agli occhi dello spettatore.

Non sottovalutiamo le conseguenze dell’amore.

2 commenti:

Davide - Valentina ha detto...

Toni Servillo

La sfortuna non esiste… è un'invenzione dei falliti… e dei poveri…

Davide - Valentina ha detto...

Titta Di Girolamo

Forse sedermi su questo bancone è la cosa più pericolosa che ho fatto in tutta la mia vita